Apro questa discussione perchè più volte sul forum ci siamo imbattuti in situazioni in cui vi era il dubbio che sulle moto di qualche utente ci fossero degli assorbimenti indesiderati con quadro spento che potessero comportare una scarica prematura e veloce della batteria.
La spinta ad aprire questa discussione mi è venuta dagli ultimi interventi di Calimero e Red1 qui
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]PREMESSA: spesso leggo e sento parlare di "dispersioni a massa"... chiariamo prima di tutto che è assolutamente scorretto parlare di dispersioni quando si lavora in bassa (nel nostro caso bassissima) tensione.
Una dispersione si ha quando, lavorando con alte tensioni (senza scomodare normative e definizioni tecniche, diciamo sopra ai 10.000 V) vi è una condizione per cui l'isolante di un conduttore perde per qualche motivo le sue caratteristiche (di isolamento, appunto) e la differenza di potenziale (la tensione) tra il conduttore stesso ed un'altra parte del circuito è tale da permettere un "travaso" di corrente, ovvuro una deviaione del flusso di corrente dal conduttore non più correttamente isolato e questa seconda parte del circuito.
Sulle nostre moto l'unica parte dell'impianto elettrico soggetta ad alte tensioni è quella parte di circuito composta dal secondario delle bobine, dalle candele, dal cavo della candele e le testate (per non dire l'intero motore ed il telaio...).
Tipicamente le bobine standard delle Drag generano circa 10.000 V (nella migliore delle ipotesi), le candele hanno due elettrodi dei quali uno è collegato all'uscita del secondario delle bobine ed uno a massa tramite la testata del motore. Il cavo perfettamente isolato permette un'unica strada percorribile dal flusso degli elettroni per partire dalla bobina ed arrivare a massa (e chiudere così il circuito) è quella di "saltare" da un elettrodo della candela all'altro.
Sappiamo che (se non lo sapete ora lo imparate
) che l'aria diventa si ionizza (quindi inizia a condurre) quando si applica una tensione di 3000 V per mm... ovvero se i due elettrodi distassero 1 mm occorrerebbe applicare una tensione di 3000 V per vedere una scarica di corrente tra di loro, la famosa scintilla della candela in realtà è un piccolo fulmine!
Chiarito questo, torniamo in topic...
Per misurare la corrente a riposo della nostra moto si procede utilizzando un comune tester ed impostandolo come amperometro. Per come fare vi rimando alle istruzioni del vostro tester oppure chiedetemelo in PM... evitiamo di sporcare questa discussione, almeno per ora.
Dopodiché impostiamo il tester sulla portata massima in corrente continua, tipicamente 20 A.
Assicuriamoci che il quadro della moto sia spento, se la moto ha anche l'immobilizer allora togliamo anche la chiave...
Aspettiamo 10 minuti.
Scolleghiamo il cavo negativo della batteria, accendiamo il tester, colleghiamo il puntale negativo al polo negativo della batteria ed il puntale positivo del tester al cavo appena scollegato.
Mi raccomando... i collegamenti devono essere stabili!!!
Attendiamo altri 10 minuti e poi annotiamo il valore letto dal tester.
Se l'assorbimento è basso, diciamo sotto ai 0,2 A, abbassiamo la portata del tester fino ad effettuare una lettura più precisa possibile.
Nel caso si utilizzi un tester digitale, anche se si invertono i puntali non succede nulla, si leggerà semplicemente una corrente negativa ma a noi interessa solo il valore assoluto. Se si utilizza un tester analogico, fate attenzione a non invertire i puntali... il rischio è di danneggiarlo anche irreparabilmente.
Facciamo un esempio: una volta collegato corettamente il tester ed impostato la portata di 20 A ci accorgiamo che il tester indica sul display 0,1 (o anche meno), allora passiamo alla portata di 200 mA e finalmente leggiamo (per esempio) 126 mA... ecco, questa è la corrente a riposo assorbita dall'impianto elettrio della nostra moto!
Precisazione n° 1: alcuni tester digitali hanno uno specifico morsetto in cui innestare il puntale positivo per la portata più alta (nell'esempio, 20 A) mentre per tutte le altre portate ha un altro (unico questa volta) morsetto). Per cambiare portata, quindi, occorre spostare anche il connettore del puntale... in questo caso prima di effettuare la lettura sul tester attendiamo qualche minuto che la misura si stabilizzi.
Precisazione n° 2: alcuni tester digitali sono dotati di una temporizzazione che permette di risparmiare la loro batteria, ovvero dopo qualche minuto di inattività si spengono automaticamente. In questi casi non temete... basta riaccenderli e non serve attendere nessuna stabilizzazione della misura.
Precisazione n° 3: sui tester analigici potrebbe darsi che per cambiare portata occorra ogni volta spostare il connettore del puntale positivo, in questo caso fatelo più velocemente possibile ed attendete, dopo il cambio di portata, qualche minuto affinchè la misura si stabilizzi.
Sono stato chiaro? Se no, chiedete pure
Per richieste o necessità relative a specifichi casi delle vostre moto direi di non scrivere qui, ma di aprire di volta in volta una discussione specifica in modo da lasciare questa discussione solo a livello teorico ed applicativo, come una specie di tutorial. Anzi... se i mod lo ritengono potrebbe essere messa in evidenza proprio come tale